venerdì, gennaio 18, 2008

Giù le mani da De André!


Il quotidiano dell'Udeur, che, per chi non lo sapesse (beata ignoranza) è il giornalino finanziato coi soldi pubblici del partitino di Clemente Mastella ha pubblicato oggi un articolo in cui si cita una frase di una canzone di Fabrizio De andré,
"Dai diamanti non nasce niente dal letame nasce un fior"
A parte che la citazione è pure sbagliata ("nascono i fior"recita il testo), è inaccettabile la strumentalizzazione della figura di De André da parte di questa congrega di politicanti bigotti e baciapile che rappresentano al meglio ciò che Fabrizio ha sempre disprezzato in modo netto e dichiarato.
Fabrizio de Andrè era anarchico, se non bastassero le sua canzoni, allora dovrebbero servire le sue dichiarazioni, o quello che ha fatto, come i concerti per raccogliere fondi per la stampa anarchica.
Oltre a questo la citazione è presa dalla canzone Via del Campo, che è una canzone che parla di amori "illegali" e "immorali", visto che parla di un uomo che si innamora di una prostituta.
Per la precisione si tratta di un travestito, come ha specificato De Andrè anni dopo.
Paradossale che un gruppo politico che fa della avversione a qualsiasi forma di sessualità ed affettività che si situi al di là della famiglia patriarcale uno dei suoi cardini politici, prenda ad esempio un verso di questa canzone, peraltro estrapolandolo dal contesto.
Ebbene no, signori miei, come si diceva un tempo :
Giù Le mani da De André!

Addavenì Baffone!

Da oggi in poi primo giorno del primo anno D.M (Dopo Mastella) inauguro una nuova rubrica. Come si chiama? Se non siete analfabeti e scemi l'avrete capito, se invece siete analfabeti e scemi non l'avrete capito, ma va bene lo stesso.
Ed inzierò, da Lei, la Moglie di Clementone che ha dichiarato:
«Siamo colpiti perché siamo cattolici. Credo che anche questo sia l'amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Affronto tranquilla anche questa battaglia. Basta vedere quello che è successo al Papa per capire cosa sta succedendo ai cattolici. Ne vogliamo parlare?»

Purtroppo in Italia, checchè ne pensi la signora NON c'è una dittatura bolscevica:
Ed è proprio per questo che possiamo dire "Addavenì Baffone!"

mercoledì, gennaio 16, 2008

Papa Benedetto XVI : vittima dell'intolleranza laicista o abile politico?


E' da due giorni che tutti i massmedia e gli uomini politici, compattamente ( un evento che succede sempre più spesso, e che trovo preoccupante) ripetono una non notizia, diciamo pure una menzogna, ovvero che "Il Papa non ha potuto parlare all'Università, la Sapienza, è stato censurato".
In realtà, come spesso accade, la realtà dei fatti è stata totalmente distorta e rovesciata.
Riassumiamo: saputo che il Rettore della Sapienza aveva intenzione di invitare Benedetto XVi ad una "lectio magistris" un professore, Marcello Cini, manda una lettera, che viene sottoscritta da 70 suoi colleghi. Successivamente, in una seconda lettera, scambiata per appello, si può leggere
«Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini salvo un particolare, Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend (filosofo viennese e storico della scienza morto nel 1994, ndr): "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano»
In sostanza quello che professori e ricercatori (centinaia) sottolineano è che questo papa vuole sottomettere la ricerca scientifica alla certezza incrollabile della fede, che proprio in quanto tale, con la scienza c'entra come il cavolo a merenda.
Insomma rivendicano l'autonomia della scienza dalla religione.
Una cosa scontata in qualsiasi Stato laico ma, evidentemente non in Italia.
Perché è ovvio, anche se a molti sfugge, che invitare il Papa, questo Papa significa riconoscerne la validità scientifica, riconoscere e legittimare quello che va dicendo. Perché il Rettore non ha invitato Il Presidente della Repubblica Napolitano, se voleva qualcuno di autorevole?
Peraltro qualcuno dovrebbe spiegarmi quale diritto e competenza abbia a parlare alla Sapienza chi (come riportato nelle pagine culturali di La Repubblica del 16 gennaio) ha consigliato di istituire "almeno un esorcista" per diocesi.
Succede poi che gli studenti organizzino qualche protesta, non certo a livello di sassate o bombe molotov, ma un paio di banchetti per le firme, un paio di cene e un paio di striscioni, chiedendo di poter dire la loro, ovvero dialogare.

A questo punto, il Papafa sapere, non prima che il can can mediatico abbia raggiunto l'apice, di rinunciare alla visita etc, insomma di voler evitare il confronto.
Apriti cielo! (è il caso di dirlo) E' un crepitare di dichiarazioni demenziali e un tracimare di vittimismo.
Ora, la notizia che al Papa sia stata tolto il diritto di parola e che vada tutelata la sua libertà d'espressione è una fola ed una sciocchezza gigantesca per i seguenti motivi.
1) Non è di certo la libertà di parola del Papa a dover essere tutelata, visto che le sue parole ci vengono propinate in tutte le salse a tutte le ore del giorno forse anche della notte, senza mai un contradditorio che uno.
In democrazia poi, ad essere tutelate, dovrebbero essere le parole delle minoranze, e non quelle delle maggioranze, vere o supposte che siano.
Non sono di certo i potenti (ed il Papa è uno di loro)a dover essere tutelati, ma, casomai, quelli che si oppongono a costoro. La tutela dei potenti e della loro "Libertà" (ovvero del loro Potere) è portato all'estremo nei sistemi totalitari.
Vale ricordare che chi è stato censurato realmente sono stati i Luttazzi. le Guzzanti, i professori e gli studenti della Sapienza, non certo il Papa, e dagli stessi che, ipocritamente, si stracciano le vesti per la supposta intolleranza altrui.
2) Non c'è stata alcuna censura, ma è Ratzinger che ha rinuciato a parlare, probabilmente perché aveva raggiunto il suo scopo, a meno di pensare che Il Papa e i suoi consiglieri siano dei minus habens ed agiscano in base a non si sa quali impulsi, e non sulla base di calcoli di tipo politico o propagandistici.
3) L'intervento preparato è poi stato letto senza che scoppiasse una bomba sotto il palco o succedesse chissà cosa, quindi, dove sarebbe stata la censura?
Non esiste, semplicemente.
Detto questo e risolta la questione vediamo però il perché dietro a questa vicenda.
Come detto non è serio pensare che il Papa agisca senza una ragione precisa, o che le cose accadano per caso.
Il Papato di Bendetto XVI si è caratterizzato per un interventismo esasperato, con una continua intrusione in affari interni dello Stato Italiano ( o di ciò che ne rimane).
Ora, la Chiesa Cattolica è sempre stata un'istituzione politica, d'altro canto le religioni sono sistemi di menzogne organizzati per scopi politici, e alla politica (nel senso di esercizio del Potere) sono sempre state legate, indirettamente o direttamente.
Ma indubbiamente c'è stato, negli ultimi anni e direi mesi, come un salto di qualità.
Benedetto XVI non si accontenta di influenzare dall'esterno la vita sociale e politica del Belpaese, attraverso moniti di carattere morale come fatto dai suoi predecessori, ma ne vuole dettare l'agenda sui temi politici culturali e persino scientifici.
Quella della Sapienza è solo una tessera del mosaico, una delle tante pedine che viene mossa all'interno di una partita che si svolge, ovviamente su uno scacchiere più ampio (vedi legge 194, vedi Sostegno alle scuole private cattoliche, vedi legge sulla ricerca sulle staminali)
Si tratta di una offensiva a tutto campo, e non c'è dubbio che, prima di sferrarla, abbia anche tastato il terreno per vedere come agire.
Difatti pochi giorni fa aveva chiamato i tre leader delle istituzioni del Lazio, in ordine il sindaco di Roma Walter Cialtroni (ehm Veltroni), il presidente della Provincia di Roma e quello della regione Lazio, cioè più o meno quello che era l'antico Stato Pontificio, in cui il Papa regnava (e c'era la pena di morte, vale ricordare).
Si sa che ha strigliato per bene i tre, cosa alquanto fastidiosa per chi nutre ancora l'antico pregiudizio che le istituzioni dovrebbero essere laiche e che gli eletti dovrebbero essere responsabili di fronte ai propri elettori e non di fronte ad un capo di Stato estero.
Difficile pensare che Ratzinger non abbia sondato il terreno rispetto alla sua visita a La Sapienza. Ed evidentemente ha avuto le risposte che cercava, ovvero si è assicurato l'appoggio quantomeno di Cial...ehm Veltroni.
Infatti, il progetto di Ratzinger non potrebbe proseguire senza avere sponde istituzionali e politiche, e di certo non può bastare l'opposizione di Centro Destra, proprio perché Opposizione e chissà per quanto, ma è necessario avere dei solidi appoggi anche nel (cosiddetto) Centro-Sinistra.
Peraltro Veltroni è uno dei più disponibili a questo tipo di operazioni come dimostra l'allucinante dichiarazione in cui il "Kennedy Italiano" diceva che le intromissioni della Chiesa non sono solo legittime (il che è giù una grossa cazzata) ma anche "opportune". Insomma un incoraggiamento ad intromettersi, ad entrare a pieno titolo e con piena legittimazione nel campo politico.
E non è un caso che lo stesso Veltroni sia stato uno dei più netti a condannare la "censura" (venendo smentito dallo stesso rettore della Sapienza che ha invece affermato che "il dissenso non è intolleranza")
Il problema però, è che se si entra nel campo della politica bisogna anche accettarne le conseguenze, ovvero quello di poter essere contestati, di raccogliere anche dissenso. Anche da "esigue minoranze".
Ammesso che poi lo siano veramente.
Per chi volesse ecco qui il testo degli studenti, gli unici censurati sul serio.

lunedì, gennaio 14, 2008

Monnezza e buon senso



Pare che tutti abbiano scoperto l'ennesima emergenza , "l'emergenza rifuti".
Dev'essere stato un disco volante che ha depositato montagne di spazzatura a Napoli e dintorni. In realtà è da almeno 15 anni che questa situazione va avanti, e se il bubbone è esploso ora con tanto di violenze di piazza e attentati terroristici (lo so, nessuno l'ha detto, ma progettare un attentato nei confronti del presidente della Regione Sarda è terrorismo, ma il termine viene evocato per Beppe Grillo e addirittura Luttazzi, mentre chi brucia le scuole e tira bombe carta è un onesto cittadino, basta che sia appoggiato dalla parte giusta) è solo perché si cerca di strumentalizzare il fatto per far cadere il governo.
Ma a parte questo, mi pare un po' strano che in tutto il parlare che si fa, a nessuno sia venuto in mente che, per risolvere il problema della spazzatura, bisognerebbe fare quello che il buonsenso (questo sconosciuto) consiglia.
Ovvero produrne di meno.
Segnalo sull'argomento un interessante dibattito, un po' lunghetto forse, ma vale la pena di gettare un'occhio.

domenica, gennaio 06, 2008

La Tana del Lupo ha un fratellino!


Il titolo demenziale di cui sopra sta a sigificare che da ieri ho aperto un nuovo blog il cui nome è It's Only Rock'n'roll .
Come si evince dal titolo (sempre ammesso che sia quello perché non me lo ricordo bene)è un sito dove dò libero sfogo alle mie perversioni musicali.
Fateci un salto, se volete.

Ne fanno di cotte e di crude...

Non sono un fruitore dei telegiornali, poichè li ritengo semplicemente e puramente dei contenitori di spazzatura ideologica che ci viene spacciata come informazione.
Questo mio pregiudizio (ma forse non tanto pre) mi viene riconfermato da quanto leggo in rete (che, con tutti i suoi difetti, rimane ormai pressochè l'unico spazio di informazione libera).
Pare infatti che Gianni Riotta nella puntata del Tg1 di inizio anno l'abbia fatta grossa: sì è permesso la "libertà" di modificare la Costituzione Italiana togliendo da essa (tra le altre cose) i limiti imposti alla proprietà privata stabiliti dalla Costituzione, che la riconosce sì, ma stabilisce che questa non possa andare contro i diritti, la dignità e la sicurezza degli altri cittadini.
E tutto questo con i cadaveri ancora caldi dei 7 operai torinesi uccisi dalla mancanza di norme di sicurezza.
Si vergogni, signor Riotta!

sabato, gennaio 05, 2008

L'Amore ai tempi del colera


Spaventato dalla quantità di cinepanettoni nostrani e d'oltroceano con i quali il cinespettatore è stato sepolto, ho scelto di vedere "l'amore ai tempi del colera" film diretto dal regista inglese Mike Newell e tratto dall'omonimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez.
Il film narra la lunga e tormentata storia d'amore tra Florentino e Fermina, o per meglio dire narra l'amore del primo per la seconda, un amore che dura cinquant'anni prima di venir coronato.
Devo dire che il film è risultato migliore, oserei dire molto migliore di quanto non mi aspettassi. Difatti avevo letto una recensione statunitense che, se non era una stroncatura, ci assomigliava: fatta salve le solite critiche agli attori ( se un attore non è targato USA per loro non è bravo di default) la recensione in questione sosteneva che il film fosse alquanto noioso e privo di nerbo. Mi ero quindi preparato ad assistere ad una specie di polpettone ed invece, dopo una trentina di minuti mi sono accorto che non solo il film non era noioso, ma viceversa assai divertente, pur contenendo anche alcune scene altamente drammatiche.
Non che non sia scevro da difetti di varia portata, per esempio la "continuity" in una storia che si dipana lungo 50 anni è un problema grosso, non sempre risolto per il meglio. Ad esempio quando Fermina torna dall'esilio cui l'ha costretta il padre possessivo, dev'essere passato circa un anno, e lei appare identica mentre il suo spasimante Florentino pare di colpo invecchiato di una ventina d'anni almeno! in realtà pare più anziano del padre (un vero tamarro , detto en passant). Ora capisco che dovevano trovare spazio a Bardem (peraltro molto bravo) ma forse potevano aspettare un po' di più ed introdurlo gradatamente. A meno che non significasse che lui si era consumato nell'aspettarla.
Non c'è da stupirsi che di fronte ad un così rapido incanutimento lei gli dica "era tutta un'illusione" e lo rifiuti.
Sull'altro lato trovo che invece abbiano truccato poco la Mezzogiorno che sembra per la gran parte del film una vampira, nel senso che non invecchia mai.
E proprio la Mezzogiorno non mi è piaciuta troppo: bene all'inizio , poi, man mano che va avanti la storia, lei sembra sempre più inespressiva e, francamente, antipatica, insomma non le scappa manco mezzo sorriso. Non so se questo sia corrispondente al personaggio come è nel libro oppure no, io l'ho trovato una carenza. Altri dicono invece che lei sia bravissima, per cui può darsi che mi sbagli.
Molto bravo Bardem, come già detto, e anche i vari attori di contorno, tra cui ci sono volti noti, come Liev Schreiber, Catalina Sandino Moreno, John Leguizamo (nel ruolo del padre di Fermina), e la rediviva Laura Harring (Mullholand Drive) .
Il film ha un buon ritmo narrativo, cala solo un po' nel finale, molto belle le scenografie, i costumi, la fotografia, e valida la colonna sonora del musicista brasiliano Pinto che sottolinea bene i momenti, sopratutto la canzone cantata da Shakira, la Despedida che sottolinea una delle scene più drammatiche del film.
Insomma un film che non è un capolavoro ma risulta gradevole e consiglierei, almeno a coloro che amano le storie d'amore straordinarie e un po' folli.

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