domenica, gennaio 20, 2008

Io sono leggenda. Ovvero quando la Noia diviene Leggenda



Alle volte andare al cinema e vedere un brutto film ha i suoi lati positivi. Uno di questi è poterne parlare male per evitare che altri cadano nello stesso errore.
E' il caso di "io Sono leggenda" filmone blockbuster targato USA, con tanto di divo Hollywodiano, vagamente ispirato all'omonimo romanzo di Matheson e a due precedenti versioni cinematografiche, una firmata da tale Ragona, con protagonista il grande Vincent Price, e l'altro intitolato nella versione italiana 1975: occhi bianchi sul pianeta terra e con Charlton Heston nel ruolo del protagonista.
La trama la sappiamo credo tutti ma detta in due parole: dopo un pestilenza che ha sterminato l'umanità c'è un solo sopravvissuto, che si deve guardare da bande di infetti, una sottospecie di vampiri) oltre che cercare qualche sopravvissuto.
Rispetto ai due precedenti (che non sono due capolavori sia detto per inciso, anche se il primo andrebbe rivalutato) questo film perde molto,
Manca infatti la sensazione di disperazione e solitudine che il primo riusciva a creare (anche perché ovviamente, il povero Will Smith non è Vincent Price) e le tematiche ecologiche-mistiche del secondo sono ridotte ad una specie di imbarazzante sermone tra la new age e il teocon.
Peraltro sono evidenti i riferimenti ai nuovi zombie-movie tipo 28 settimane dopo, ma manca totalmente la denuncia antimilitarista (oltre che un bel po' di altre cose) di quest'ultimi.
Il film manca poi, del minimo necessario perché un film
possa definirsi riuscito e che sono, in ordine: sceneggiatura, ritmo, interpretazione.
Per quanto riguarda il primo punto pur essendoci una trama (è giù qualcosa di questi tempi) questa viene sviluppata con tutta una serie di sciocchezze e buchi talmente numerosa che è meglio bypassare. Segnalerò le cose più evidenti
Ipotizzare che la pestilenza sia creata da una cura antitumorale è roba da asilo infantile: E' possibile pensare che la comunità scientifica americana ed internazionale consentano la sperimentazione senza prima aver controllato e ricontrollato gli effetti? Evidentemente no, meglio l'idea della guerra chimica, ma sarebbe stato meglio lasciare nel vago, piuttosto che dare una simile spiegazione.
E poi, in ordine sparso, che ci fanno i leoni nel centro di Manhattan? e come fa una ragazza che peserà 45 kili a sollevare e trascinare un uomo di 75 come fosse un fuscello? Che ci fa una portaerei nel porto di New York? Ed è credibile che gli infetti che ci vengono descritti come orde barbariche incapaci di pensiero architettino una trappola così raffinata come si vede a metà del film?
Ma si potrebbe chiudere anche un occhio (ma non due) su queste cose se il film avesse quello che deve avere un film horror, ovvero ritmo, azione, suspence: niente di tutto questo in "Io sono leggenda" Per un'ora vediamo un tizio che vagola per New York portando a spasso il cane, gioca a golf (sic!)su una portaerei, va a prendere Dvd al negozio, parla coi manichini etc, ogni tanto inframezzato da flashback degni delle peggiori puntate di Lost, che non ci dicono nulla sul personaggio. Ogni tanto qualche scena che vorrebbe essere da brivido ma non riesce ad esserlo. E non è che le cose migliorino più di tanto nella parte finale.
Il tutto poi è peggiorato da degli effetti speciali non degni di una produzione così costosa, con gli infetti che sembrano un misto tra dei nosferatu nudisti (già perché vanno in giro seminudi?) degli Zombie e l'incredibile Hulk.
Devono anche essere imparentati con Zidane, perché esattamente come il fuoriclasse francese quando vede Materazzi, questi pigliano a testate tutto , senza mai spaccarsi il cranio, peraltro.
In quanto al protagonista, beh Will Smith non riesce a dare alcun tipo di profondità e di credibilità al suo personaggio, per cui non si capisce se fa lo spiritoso oppure è veramente schizzato, sta di fatto che quando muore immolandosi, non solo non si versa una mezza lacrima, ma si è quasi contenti.
Si confronti la sua interpretazione con quella , sofferta ed intensissima, di Leonardo Di Caprio in The departed, per capire la differenza tra un attore vero e una buona spalla adatta a film comico sentimentali,
Qualcuno ha poi voluto vederci un messaggio Teo-con, ma alla fine non riesce ad esserci nemmeno questo: nel film del 1975 Charlton Heston moriva nella posa del crocifisso, qui Will, dopo aver scoperto la cura esattamente a 5 minuti dalla fine (e senza aver fatto nulla per scoprirla in tutto il film, tranne degli esperimenti falliti) si fa saltare in aria alla moda di AL Qaeda, il che ci fa pensare che la confusione alberghi sovrana nelle menti degli sceneggiatori, anche se quel finale col villaggetto ridente con sullo sfondo la chiesa (di quale confessione non si sa) dove albergano i sopravvissuti è l'ennesima caduta di tono di un film fallimentare.
Le uniche cose da salvare rimangono le canzoni di Bob Marley, ma non so se Bob avrebbe apprezzato.
Giudizio: Da evitare con cura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ho visto anch'io e purtroppo hai perfettamente ragione. La trama è inesistente (eppure a disposizione c'era un classico della fantascienza), i colpi di scena (si fa per dire) sono buttati là a casaccio, non c'è nessuno straccio di spiegazione per gli eventi. Il finale poi è patetico.

Insomma, il classico blockbuster hollywoodiano tutto muscoli (quelli dei miliardi spesi in promozione) e niente cervello.

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