domenica, aprile 05, 2009

Lost- ovvero un telefilm perso per strada

Potrei parlare dell'ennesima figura da cioccolataio rimediata dal Pagliaccio di Arcore, ma preferisco concentrare la mia attenzione su qualcosa di molto più importante per i destini dell'umanità: la quinta stagione di Lost.
Ora so che tutti si aspetteranno uno dei tanti banali sdilinquimenti su Lost.
Invece io sostengo che si tratti di una delle serie TV più sopravvalutate degli ultimi anni.
Intendiamoci, pure io mi sono entusiasmato per la prima stagione, ho trepidato in attesa della seconda e ho seguito la terza con attenzione.
Poi con la quarta ho aperto gli occhi.
Il problema di questo telefilm è che è troppo platealmente un film fatto per piacere.
Difatti Lost nasce in un momento in cui gli spettatori erano attratti da reality quali isola dei famosi( in inglese Survivor, se non sbaglio) e simili.
L'idea è la stessa , mettere degli sconosciuti in una situazione diversa da quella da loro vissuta normalmente e far sì che gli spettatori trovino quelli per cui simpatizzare e quelli da odiare.
Anche il meccanismo della eliminazione rimane, infatti alcuni personaggi che non piacevano al pubblico sono fatti morire nel corso della vicenda.
Anche l'idea dell'isola è tutt'altro che originale , se pensare che alle scuole elementari ci dettero da fare dei racconti basati sull'idea che la mia classe fosse finita su un'isola a causa di un naufragio.
Qui il naufragio è aereo, e questo non so quanto sia meglio.
I vari personaggi vengono spiegati attraverso l'escamotage narrativo più classico: il flashback.
Tenuto conto che ci sono una dozzina di personaggi (o coppie di personaggi, per esempio i due sudcoreani, il padre ed il figlio, i due fratellastri) con un paio di puntate a testa ecco che la prima stagione è bella e fatta.
Il problema viene dopo, quando bisogna inventarsi una storia,e allora le cose incominciano ad ingarbugliarsi, e gli sceneggiatori incominciano a menare il can per l'aia (o per l'isola) inventandosi cose sempre più improbabili, spargendo indizi sempre più confusi e inventandosi nuovi personaggi sempre più improbabili.
Diciamolo: ma quante probabilità ci sono che ci sia un altro gruppo di sopravvissuti che viene da un pezzo di aereo cascato a miglia di distanza?
O che un truffatore come Sawyer caschi in un trappola ridicola come quella architettata per mezzo di Michael alla fine della seconda, che come questo qui ricompare sostenendo di essere fuggito dalla prigionia uno dice "sì certo..come no"?
Gli sceneggiatori lavorano per accumulo, e a un certo punto pare che quell'isola sia più frequentata del centro di Milano.
Peggio i personaggi spesso si sono già incontrati da qualche parte, oppure il padre di quello aveva incontrato lo zio di quell'altro e via discorrendo.
Quando poi si arriva al flashforward, ovvero le premonizioni su quello che accadrà (quando sappiamo dai tempi di Back to the future che modificare il passato ha conseguenze sul futuro) la misura è colma.
Il problema è che i telefilm, da Twin Peaks in poi, sono diventati simili alle soap opera.
Come queste sviluppano una trama distribuita su svariate puntate. Ed esattamente come le novelas o soap, ad un certo punto le storie devono andare avanti a prescindere se ci sia qualcosa da raccontare, per cui si trascinano avanti storie già viste o assurde per intere stagioni, spremendo fino all'esaurimento, e alle volte oltre, tutti gli sviluppi narrativi possibili, che poi sono sempre quei tre o quattro,a dir tanto(fondamentalmente qualsiasi storia c'è una storia d'amore e qualche traditore in giro ed una missione da compiere, o un mistero da risolvere).
Il problema è che in Lost il concept è più importante della storia, quello che si devono essere detti i creatori deve essere stato: mettiamo della gente su un'isola, creiamo delle aspettative e poi si vedrà.
Sempre che uno abbia ancora la pazienza di vedere, ed il calo degli ascolti negli States segnala una certa disaffezione nel pubblico.
Magari qualcosa guarderò, ma preferisco un solido procedurale come Shark, che non bara con gli spettatori.

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