giovedì, gennaio 07, 2010

Sicurezza: e che ne direste di un bel microchip sottopelle?


In questi giorni, dopo l'attentato un po'paperinesco tentato/sventato sul solito aereo diretto nei soliti Stati Uniti d'America, si è tornati a parlare di sicurezza negli aeroporti (pare che gli attentati da altre parti non siano tenuti in considerazione, nonostante Madrid 2003 e Londra 2005).
Per cui si parla di Body Scanner ed altre diavolerie tecnologiche, di cui francamente capisco poco e mi interessa ancora meno.
Anche perché, come detto sopra, gli attentati si possono fare dappertutto, diciamo in generale sui mezzi di trasporto (e noi italiani ne sappiamo qualcosa mi pare).
Per cui è evidente che, di attentato (tentato o riuscito) in attentato, di sicurezza in sicurezza, presto si arriverà ad ua semplice ed ovvia conclusione: che per avere dei livelli di sicurezza indiscutibili, bisognerà far sì che il cittadino sia dovunque controllabile, che i suoi spostamenti siano identificabili.
E per far questo c'è un metodo molto semplice: installare un piccolo microchip sottopelle.
Esagero?
Fantascienza?
Generalmente sono proprio le previsioni esagerate quelle che si concretizzano, ed in quanto alla fantascienza, ma una roba come Internet, o andare sulla Luna, non erano fantascienza non tanto tempo fa?
I microchip sottopelle sono, peraltro, gia una realtà, ed in fondo tutti giriamo già con dei chip con i quali ci controllano. Sono quelli nei nostri cellulari.
Però quelli li possiamo lasciare a casa, o dire che qualcuno ce li ha rubati o li abbiamo comprati in modo incauto da qualche malintenzionato.
Invece un bel microchip personale e che non possiamo togliere risolve brillantemente qualsiasi problema.
Sento una vocina dentro di me che dice "l'opinione pubblica non lo accetterà, si ribellerà!" . Dev'essere la parte di me sfrenatamente ottimista.
La parte di me realista, invece, sa che l'opinione pubblica (ma esiste?) lo accetterà, magari non con entusiasmo, ma l'accetterà.
Basteranno un paio di attentati e un bel po' di propaganda, pardon informazione, et, voilà, il gioco sarà fatto.
Magari si inizierà a metterli sugli immigrati, partendo dai musulmani; chi potrebbe opporsi?
Poi lo si generalizzerà a tutti gli immigrati.
Poi la volta dei bambini: è per la loro sicurezza, per proteggerli dai pedofili o per far sì che non si perdano. Chi potrebbe opporsi a maggiore sicurezza per i bambini?
Poi sarà la volta delle donne, per proteggerle dalle violenze, e chi non vorrebbe proteggere il sesso debole?
Poi gli impiegati statali, poi i giovani, poi tutti.
Forse rimarrano esclusi gli anziani, potrebbe essere un investimento più dispendioso che utile.
Insomma questa è il nostro futuro.
Voglio dire: cosa sarà mai un microchip in cambio delle sicurezza?

2 commenti:

cometa ha detto...

Quello che scrivi è sul piano della leggerezza, ma sono convinto che qui c'è poco da scherzare.
Sono certo che tu conosci la battaglia che sta conducendo da anni Paolo Dorigo (http://www.associazionevittimearmielettroniche-mentali.org/), a proposito di microchip innestati nei corpi delle persone, che così diventerebbero non solo solo rintracciabili ma anche mentalmente controllabili, come nel progetto MKULTRA della CIA, a proposito del quale ci furono le "scuse" di Clinton (http://www.youtube.com/watch?v=u22mphQsn5s).
Anche se questi argomenti sono sempre fertile terreno dei talebani dell'informazione cospirazionista, io ci credo.
La sicurezza, nella costruzione delle dittature, diventa facilmente pretesto di controllo sociale.
Anche se la forma più attuale di controllo, cioè quella di rendere ciascuna persona orgogliosa protagonista di un reality show, è di gran lunga la più sottile, pervasiva ed efficace, c'è sempre qualcuno che può opporre la propria auto-consapevolezza. Invece, ai microchip ed altre diavolerie del genere c'è poco da opporre. Peccato che la gente conosca più il Big Brother di Canale5 che quello di Orwell...
Ciao! erri

upupa ha detto...

Secondo me in nome della sicurezza si potrebbero innescare sistemi di controllo da parte di chi vuole che non si "pensi"....

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