martedì, dicembre 15, 2009

Licia Pinelli- Una storia quasi soltanto mia



Oggi è il quarentennale della morte di Giuseppe Pinelli, precipitato da un locale della questura di mIlano in via Fatebenefratelli la notte tra il 15 ed il 16 dicembre del 1969.
Accusato di essere uno degli esecutori della strage di Piazza Fontana, fu in seguito totalmente scagionato. Per la giustizia italiana la sua morte è frutto di un incidente, e non sono state chiarite responsabilità.
A ricordare la sua figura di militante anarchico è uscito da pochi mesi un libro,edito dalla Feltrinelli, una intervista alla moglie di Giuseppe, Licia, realizzata dal giornalista Piero Scaramucci.
In realtà non si tratta di un libro nuovo, difatti il libro uscì a metà degli anni 70, ma di una riedizione, con aggiornamenti e gli scritti, tra gli altri, di Dario Fo, Giorgio Bocca, Lella Costa, Luciano Lanza.
Non è un trattato di storia, né un saggio ma la testimonianza di una donna, una persona comune, una donna del popolo, che si è trovata invischiata in una faccenda molto più grande di lei, in una tragedia che ha colpito lei come moglie e madre ma che ha coinvolto tutti gli italiani.
Dalle pagine emerge un ritratto di un'epoca ed un ambiente che oggi appare sfuocato e lontano, ma soprattutto il ritratto di una donna che si è battuta, con grande dignità, perché la verità non venisse soffocata.
Una donna che ha dovuto crescere due figlie da sola, che ha portato con grande forza d'animo il peso di una tragedia e di una ingiustizia.
Ed il senso di questo libro, il suo filo conduttore, è proprio quella della rivendicazione della verità e della dignità, un compito a cui tutti siamo chiamati.
Leggete e fate leggere questo libro. E' importante.

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